
Inoltre, sono stati eseguiti sequestri preventivi di denaro, beni mobili ed immobili, riconducibili agli indagati per circa 1 milione di euro.
Le indagini, durate circa due anni e mezzo, hanno permesso di segnalare all'autorità giudiziaria, 123 soggetti tra promotori, organizzatori e riscossori delle indennità di disoccupazione, e accertare un danno complessivamente quantificato in circa 7.500.000 di euro.
La tesi investigativa è che controllando le 82 società intestate a prestanome compiacenti, il sodalizio avrebbe simulato delle assunzioni e giornate lavorative false, per consentire a 92 finti dipendenti, una volta licenziati, di beneficiare dell'indennità di disoccupazione, incamerando una parte dei proventi illeciti, appunto il milione di euro sottoposto a sequestro.
Di grande utilità, in tal senso, si è rivelata la collaborazione con il locale istituto Previdenziale, avendo fornito i necessari riscontri durante le attività ispettive.
Le società sono state utilizzate anche per mettere a segno centinaia di truffe ai danni di imprenditori italiani ed esteri per circa tre milioni di euro. Il caso più eclatante riguarda autovetture di grossa cilindrata esportate in Bulgaria, reimmatricolate e successivamente riportate in Italia a disposizione del sodalizio criminale. Sono state sequestrate 116 tonnellate di biocombustibile (pellets), otto tonnellate di metalli e semilavorati metallici e 3,5 tonnellate di rame, restituite ai proprietari.
Le società controllate venivano poi sistematicamente condotte al fallimento, causando un danno di 3,6 milioni di euro ai creditori.